L’Alta Tensione inquina davvero?
Sempre più spesso l’interrogativo sulla pericolosità dell’elettrosmog derivante dall’esposizione alle onde elettromagnetiche, incuriosisce e impensierisce la popolazione.
Purtroppo, a oggi, nonostante l’immenso lavoro di ricerca fatto per misurare e appurare i fatti, non si può ancora rispondere in maniera certa e inequivocabile.
Molto spesso i danni alimentati dalla paura, sono superiori all’oggettività dei fatti, timori alimentati da pregiudizi e preconcetti difficili da demolire.
La prudenza è comunque d’obbligo, in mancanza di dati certi, una logica diffidenza non è da evitare, senza però trascendere, poiché non siamo ancora in grado di definire esattamente se e quali danni, l’alta tensione provoca all’organismo umano.
Il limbo è d’obbligo, non si può affermare con certezza che i campi magnetici siano cancerogeni ma nemmeno il contrario. Sappiamo che l’elettricità è pericolosa, ed è quindi impensabile che una forza così potente sia completamente innocua anche se tenuta a distanza, eppure, a oggi, non ci sono dati inconfutabili che possano affermare la nocività di questo elemento.
I dati scientifici riportano che i campi elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici, provocando una sorta di riscaldamento, simile al funzionamento di un forno a microonde. Nonostante questa informazione non è noto quali siano i limiti eventualmente da rispettare affinché non ci siano rischi per la salute. Persino lo IARC l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha decretato che i campi elettromagnetici sono da inserire nella classe 2B e cioè come possibili cancerogeni, pur non potendo delineare con assoluta certezza la correlazione tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e l’insorgenza del cancro.
Un terreno quindi ancora tutto da esplorare, dove l’unica regola che può valere a livello mondiale (per il momento) è quello della prudenza che però non deve diventare ossessione.