L’impatto della Brexit sull’UE
Brexit e economia: nessun trauma
Passerà ancora molto tempo prima di riuscire a comprendere quali effetti avrà la Brexit sull’Unione Europea. Una corretta analisi che consideri ogni sfaccettatura, economica, politica, monetaria e anche sociale potrà definirsi seria solo tra qualche anno. Al momento si possono analizzare comunque alcune situazioni, rimandando, perciò, a più tardi una visione più complessa e completa, così da coinvolgere sia le sfere economico-monetarie, che quelle politico-sociali.
Dal punto di vista economico pare certo che la Gran Bretagna, nei prossimi anni, sarà un paese meno ricco. I dazi doganali potrebbero influire sia nel breve che medio periodo sulla capacità dell’export britannico, riducendone il potenziale. Questo significherebbe un calo della produzione interna che andrebbe quindi ad impattare negativamente sull’economia del paese.
Dal punto di vista monetario e finanziario, invece, già questi mesi hanno dimostrato che il catastrofico crollo della sterlina non è di fatto avvenuto.
Abbiamo, infatti, assistito a un calo della moneta che si può quasi definire congiunturale.
Il rischio di disgregazione politica
Insomma, fino ad ora effetti dirompenti, la Brexit non ne ha provocati; Perlomeno, per ora nessuna sventura economica ha colpito la Gran Bretagna.
Le conseguenze peggiori dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, pare invece saranno proprio quelli sulla tenuta della UE. Infatti, la Gran Bretagna, con la sua decisione inaspettata, ha fornito un appiglio resistente e robusto alle insofferenze di tutte quelle forze politiche presenti nei paesi membri dell’Unione Europea, che mal patiscono le regole imposte.
Ora, quei paesi che da anni maturano al proprio interno spinte di indipendenza e autonomia dall’Europa, potranno muoversi con più coraggio, conducendo i singoli Stati verso un’ipotefica disgregazione politica del vecchio continente. Gli effetti di un tale scenario non sono al momento prevedibili.
I paesi forti dell’Unione, probabilmente, nei prossimi anni dovranno dimostrare la propria coesione, ma soprattutto dovranno provare ad intervenire con determinazione, per favorire la crescita dei Paesi membri che, negli ultimi anni hanno più sofferto la crisi economica. Infatti, proprio questi sono gli Stati in cui più forti sono le pulsioni anti Europee.